Caduta libera ed Edificio 7 l'11/9

giovedì 30 dicembre 2010
Galileo fu il primo a descrivere il fenomeno per cui, tranne che per la resistenza
dell’aria, tutti gli oggetti cadono alla stessa “velocità”. Se non l’avete mai sperimentato, provate a far cadere una grossa pietra e un ciottolo una a fianco all’altro. Qui non ci si riferisce alla “velocità”, perché questa, per un corpo in caduta libera, aumenta continuamente. Qui ci si riferisce al tasso di aumento della velocità, cioè all’accelerazione. L’accelerazione di qualunque corpo in caduta libera, tranne che per effetto della resistenza dell’aria, è chiamata accelerazione di gravità.

La forza di gravità comporta una accelerazione, per i corpi in caduta libera, è di circa 9,8 metri al secondo.
Un oggetto lasciato cadere ad una velocità iniziale nulla, che però comincia subito ad aumentare; dopo un secondo la sua velocità sarà di 9,8 metri al secondo, dopo due secondi 19,6, e così via, si dice pertanto accelerazione di gravità pari a 9,8 metri al secondo quadrato, leggermente variabile a seconda di dove viene misurata: a New York è di 9,776 m/s2











Isaac Newton dimostrò che l’accelerazione di un corpo dipende dalla sua massa e dalla forza che agisce su quel corpo (se più forze operano contemporaneamente si considera la forza risultante). Se l’accelerazione verso il basso di un corpo che cade è pari all’accelerazione di gravità, allora la forza risultante agente su quel corpo è la sola forza gravitazionale, ed ogni altra eventuale forza dà somma zero.

Cosa succede se un corpo pesante cade attraverso altri corpi, rompendoli nel passaggio? La terza legge di Newton dice che quando due oggetti interagiscono fra di loro esercitano sempre reazioni uguali e contrarie.. Pertanto, mentre un oggetto cade, se esercita una forza su un altro oggetto lungo il suo percorso, questi oggetti esercitano una forza contraria, rallentandone la caduta. Se si osserva la caduta libera, possiamo concludere che nulla lungo il percorso esercita una forza che lo rallenta, e, per la terza legge di Newton, l’oggetto che cade non si sta scontrando con niente lungo il suo percorso.

Quando la parte superiore di un edificio cade ci si aspetta che impatti la sezione inferiore con grande forza, come un’incudine sul piede. Una tipica demolizione controllata sfrutta questo: la forza dirompente dei piani superiori contribuisce alla demolizione, e diminuisce la quantità di esplosivi necessari. Questo, tuttavia, non è quello che è successo nella caduta dell'edificio 7 l’11 Settembre 2001.

Sappiamo che la parte in caduta di quest'ultimo non ha schiacciato i livelli inferiori dell’edificio stesso perché è caduta alla velocità di caduta libera. Non è caduta soltanto ad una velocità simile a quella di caduta libera. È caduta per circa 2,25 secondi ad una velocità che era indistinguibile da quella di caduta libera. Se la parte in caduta dell’edificio si fosse scontrata con la parte inferiore, quest’ultima avrebbe opposto una resistenza uguale e contraria. Ma questo avrebbe rallentato la caduta. Dal momento che la caduta non è stata per niente rallentata, ne possiamo dedurre che non c’è stata alcuna interazione, né da una parte né dall’altra.

Ma com’è possibile ?

Le esplosioni nell'edificio 7 furono udite da numerose persone quel giorno. Una di queste è stata registrata su un video reperibile su You Tube (cerca "Explosions on 911"), nella quale alcuni vigili del fuoco, attorno ad un telefono pubblico telefonano a casa per rassicurare le proprie famiglie di stare bene. Sono poi spaventati improvvisamente da un fortissimo rumore, un'inconfondibile esplosione. Questa è una di quelle che si verificarono molto tempo prima il crollo dell'edificio 7.

Poco prima del collasso definitivo, l'attico est e le colonne sottostanti cedettero improvvisamente - NIST (l'agenzia governativa assegnata ad indagare il crollo di questo edificio) attribuisce il cedimento dell'attico est al cedimento di una singola colonna, in un complesso scenario che coinvolge la dilatazione termica delle travi di sostegno - colonna. Ma è più probabile che almeno due, o forse tre colonne fossero state "tirate via" simultaneamente. Tre colonne a sostegno dell'attico est. Uno dei nostri colleghi tedeschi ha sottolineato il fatto che l'attico est fosse sceso attraverso l'intero palazzo ad una velocità vicina a quella di caduta libera, evidenziata dall'increspatura del riflesso delle finestre visibile durante il crollo. Eppure l'esterno dell'edificio ha mantenuto la sua integrità.

Il NIST sostiene che il cedimento delle loro colonna chiave ha portato ad un crollo progressivo dell'interno palazzo, lasciando solo un "guscio vuoto". Il collasso dell'edificio, visto in numerosi video, è descritto dal NIST come il collasso della "facciata", (il guscio vuoto). Essi non hanno nessuna prova a sostegno di questo scenario, tuttavia, vene sono numerose che lo contraddicono.
Dopo il cedimento dell'attico est non ci sono distorsioni visibili dei muri, ed in quel momento si sono rotte solo poche finestre.
Se il fallimento delle colonne interne si è propagato per l'interno edificio, come asserito dal NIST, di sicuro si sarebbe propagato alle pareti esterne fino a farle deformare o cedere. (deformando maggiormente i muri esterni, tra l'altro, è esattamente ciò che è stato indicato nella animazioni prodotte mediante la simulazione al computer - NIST - del crollo.)

In realtà, i video mostrano che l'esterno dell'edificio durante questo primo periodo è rimasto rigido. All'inizio del crollo si può vedere che l'edificio si affloscia improvvisamente. La fiacchezza della struttura in caduta libera è evidenziata dal contrasto con la rigidità che aveva inizialmente.
Inoltre, ci sono enormi flussi "piroclastici" di polvere, simili ad una eruzione vulcanica, che si riversarono nelle strade a seguito del crollo definitivo dell'edificio. Se quello che abbiamo visto è stato solo il crollo della facciata, perché la nube di polveri non arrivò prima, quando il NIST afferma del verificarsi del crollo dei molto più voluminosi interni? E perchè l'attico ovest crolla con l'esterno visibile dell'edificio?

La struttura portante è chiaramente rimasta fino alla fine, ed è rimossa, insieme al resto del supporto dell'edificio, tutto in una volta.
Il NIST fa fatica a trovare uno scenario plausibile, che gli permetta di sfuggire alle conseguenze di ciò che è chiaramente visibile. (Se non avete ancora visto il crollo dell'Edificio 7, cercatelo su YouTube ed osservate di persona).
Per la maggior parte della gente, guardare semplicemente il crollo è tutto ciò che serve. La maggior parte della gente non è stupida. La maggior parte della gente è in grado di riconoscere la differenza tra una demolizione ed il cedimento naturale di un edificio, senza che ci sia nient'altro da aggiungere. Se non avete mai visto il crollo dell'edificio 7 è possibile anche fermarsi a chiedersi del perché i media mainstream non lo abbiano ripetutamente mostrato, (come hanno fatto con le Torri Gemelle.)

Dopo il crollo dell'attico est, trascorsi alcuni secondi, dopo che quello ad ovest ha cominciato a crollare, quasi nello stesso tempo la linea del tetto del palazzo si incunea vicino al centro, poi tutto il sostegno per tutta la larghezza del palazzo è rimossa improvvisamente, un certo numero di finestre poste in verticale sotto l'attico ovest si rompono contemporaneamente, l'edificio si accascia su se stesso, e (in una frazione di secondo) passa al pieno supporto della caduta libera.

Non sto usando il termine "caduta libera" in modo approssimativo, qui. Ho usato uno strumento di analisi video per misurare accuratamente la rapidità dell'edificio in caduta, usando fotogrammi della CBS provenienti da una telecamera fissa che inquadrava quasi perfettamente la parete nord. Un filmato che mostra queste misurazioni è disponibile all'indirizzo: YouTube/user/ae911truth.
Ho calibrato le mie misurazioni usando le altezze di due punti dell'edificio fornite nel rapporto NIST sul WTC 7 pubblicato nell'Agosto del 2008, quindi so che la proporzione dell'immagine ("picture scale") è buona.
Le mie misurazioni indicano che con un inizio del crollo improvviso, l'edificio è caduto letteralmente in caduta libera per circa 2,25 secondi. Questo equivale approssimativamente a una caduta di 8 piani durante la quale la parte di edificio in caduta non ha incontrato alcuna resistenza. Poi per ulteriori 8 piani ha incontrato una resistenza minima, durante la quale ha continuato ad accelerare, ma ad una velocità inferiore rispetto alla caduta libera. Solo dopo questi 16 piani di caduta la parte dell'edificio che stava precipitando ha interagito significativamente con la parte di edificio sottostante e ne è stata rallentata.

La caduta libera è imbarazzante per la versione ufficiale perché è impossibile che si verifichi in un edificio che crolli in modo naturale. In un crollo naturale ci sarebbe interazione tra la parte in caduta e quella stabile dell'edificio. Tale interazione causerebbe la distruzione di entrambe le parti e rallenterebbe la sezione in caduta. Ho effettuato misurazioni su varie demolizioni controllate, usando strumenti informatici simili, e ho scoperto che crollano tipicamente con un'accelerazione notevolmente inferiore alla caduta libera. L'edificio 7 non solo è stato demolito, ma è stato distrutto usando una quantità di energia tremendamente esagerata.

La caduta libera era così imbarazzante per il NIST che nella versione preliminare del loro rapporto finale rilasciata nell'Agosto del 2008 allo scopo di rispondere pubblicamente a eventuali commenti, il fatto che fosse avvenuta una caduta libera è stato negato e rozzamente nascosto con l'affermazione secondo cui il crollo ha richiesto il 40% del tempo in più rispetto a quello che avrebbe impiegato in caduta libera. Hanno affermato che il crollo reale fino al 29esimo piano ha impiegato 5,4 secondi, mentre la caduta libera avrebbe richiesto solo 3,9 secondi. Sono arrivati a questi risultati usando solo due dati: il tempo che il tetto ha impiegato a raggiungere il livello del 29esimo piano, e un inizio del crollo artificialmente anticipato di diversi secondi rispetto all'improvviso ed evidente inizio reale della caduta libera. Hanno fatto partire il cronometro tra il collasso dell'attico est e quello ovest, quando l'edificio ancora non si stava muovendo. Hanno detto di aver visto un cambiamento di un unico pixel che avrebbe innescato quello che secondo loro è l'inizio del crollo, ma chiunque abbia lavorato con quei filmati riconoscerebbe che le imperfezioni nell'immagine dell'edificio rendono un ragionamento simile irrealistico. Inoltre, anche se ci fosse stato un leggerissimo movimento dell'edificio in quell'istante, esso è poi rimasto immobile per diversi secondi prima dell'improvviso inizio del crollo in caduta libera.
La copertura del NIST è sottolineata dal fatto che la formula che hanno usato come base per i loro calcoli sulla caduta libera è valida solo in condizioni di accelerazione costante .
Loro invece hanno applicato quell'equazione a una situazione molto lontana dall'essere di accelerazione uniforme. In realtà, l'edificio è rimasto fondamentalmente immobile per vari secondi, poi è precipitato in caduta libera, poi ha continuato a cadere con un'accelerazione inferiore.
Le loro analisi rivelano o grave incompetenza o un rozzo tentativo di occultamento della verità. (E' importante fare occasionalmente un passo indietro e considerare il contesto di questi eventi. Questa non è stata solo una copertura di fatti imbarazzanti. E' stata una copertura di fatti relativi all'uccisione di 3.000 persone e che sono stati parte della giustificazione per una guerra che ne ha uccisi ben più di un milione.)

Ho avuto l’occasione di confrontarmi con il NIST circa la caduta libera, facilmente dimostrata, ad un briefing tecnico il 26 Agosto 2008. Io e diversi altri scienziati e ingegneri abbiamo inoltre depositato delle “richieste di correzione” ufficiali nei giorni che seguirono. Quando loro rilasciarono il rapporto finale nel Novembre del 2008, con grande stupore da parte della comunità per la verità sull’11 Settembre, avevano corretto le loro misurazioni della caduta dell’edificio, compresa un’ammissione di caduta libera per 2,25 secondi. In ogni caso, hanno inserito il periodo di caduta libera in un quadro di una ipotetica “sequenza di crollo trifase” che ancora occupa 5,4 secondi.

La ricorrenza di questi 5,4 secondi, anche in un’analisi completamente corretta, è molto sconcertante sino al momento in cui si capisce il contesto. Shyam Sunder, a capo dell’investigazione del NIST, nel briefing tecnico del 26 Agosto 2008 disse all’udienza che il loro modello di collasso al computer aveva previsto che il crollo arrivasse sino al 29° piano in 5,4 secondi, ben oltre i 3,9 secondi richiesti in caduta libera. Dai quegli eventi del briefing tecnico sembrava che un team, guidato dall’ingegnere strutturale John Gross, avesse appositamente inventato un’osservazione di 5,4 secondi per poi poter far coincidere esattamente le previsioni. Chiunque abbia esperienza in misurazioni di laboratorio si sarebbe aspettato una certa presenza di inaccuratezza tra la previsione e la misurazione. Loro ne sarebbero usciti veramente alla grande con un modello al computer che avrebbe previsto il tempo di collasso con un margine inferiore al 10%. Invece no…la loro analisi combaciò precisamente con la previsione al decimo di secondo. Tenete presente che il loro modello al computer era stato costruito in assenza del vero acciaio, che era stato da tempo portato via e distrutto. Stando ai registri del NIST, non rimane più nulla dell’acciaio dell’edificio n°7. (Fermatevi a ponderare questo fatto per un momento. Qualsiasi persona che abbia visto CSI sa di quale importanza sia preservare le prove fisiche in una scena del crimine. Distruggere una scena del crimine è a sua volta un crimine, eppure è ciò che è successo nel post 11 Settembre, ed è avvenuto durante le forti proteste dei vigili del fuoco e altri che avevano realmente a cuore la scopertà della verità.) Tornando alla nostra storia. Il modello computerizzato del NIST aveva previsto che servissero 5,4 secondi perché l’edificio crollasse sino al 29° piano. John Gross e il suo team analizzarono in che momento la linea del tetto raggiungeva il 29° piano, poi stabilirono un inizio di crollo esattamente 5,4 secondi prima per poter dare una misurazione che combaciasse con il modello al decimo di secondo. Presero il loro tempo d’inizio diversi secondi in anticipo, quando ancora non stava succedendo niente, rispetto al vero incipit di caduta libera. L’edificio era semplicemente lì fermo, con il cronometro già partito, per diversi secondi. Poi collassava, con un rapido inizio, e continuava in caduta libera per 2,25 secondi.

Quindi, il NIST ora ammette il fatto che c’è stata caduta libera. Come la spiegano? Non lo fanno. Semplicemente affermano, senza un’elaborazione, che la loro analisi del collasso a tre fasi è in linea con la loro ipotesi del collasso causato da incendi. L’unica cosa dell’analisi a tre fasi che è coerente con la loro ipotesi di collasso è la durata totale di 5,4 secondi, misurandola dal momento d’inizio capziosamente scelto da loro. In altri termini, loro non fanno nessun tentativo di spiegare i 2,25 secondi di caduta libera. Se ne sono stati alla larga senza darne ulteriori spiegazioni. Rimane il dato di fatto che la caduta libera non è in armonia con nessun scenario naturale che coinvolge indebolimento, destabilizzazione o collasso perché in qualsiasi di questi situazioni ci sarebbero grandi forze di interazione con la struttura sottostante che avrebbero rallentato la caduta. Tenendo presente che anche le demolizioni controllate note non distruggono materiale a sufficienza da permettere una vera caduta libera, come può un processo naturale causato da incendi essere maggiormente distruttivo? Aggiungete a questo il sincronismo nella distruzione del supporto per tutta la lunghezza dell’edificio, evidenziata dalla posizione orizzontale della linea del tetto durante la caduta, l’inizio improvviso del collasso e il passaggio immediato da una situazione di piena stabilità a una caduta libera. Non può essere plausibile un collasso naturale con caduta libera. Non è quello che è successo. Non poteva succcedere. Nonostante ciò la caduta libera è avvenuta. Ciò significa che non si trattava di collasso naturale. Ulteriori forze oltre a quelle della parte superiore della struttura hanno improvvisamente distrutto e rimosso le colonne portanti in almeno otto piani in tutta la lunghezza e profondità dell’edificio.

La caduta libera dell’edificio 7 è una delle più lampanti “pistole fumanti” che dimostra la presenza di esplosivi piazzati negli edifici del World Trade Center prima dell’11 Stettembre 2001.


(fonte)

Schottolo
, Teba, Dr-jackal, Alberto

Intervista di Yosri Fouda a KSM

sabato 20 novembre 2010
Di seguito riporto alcuni fatti per cui è logico dubitare.

Secondo la versione originale (quando è andato a verbale, 2 giorni prima l'arresto di Ramzi Binalshibh, nel Settembre 2002.) Fouda fu contattato nel Giugno 2002;
l'ha anche ribadito diverse volte, come da lui stesso affermato nella ritrattazione nella quale ammette di aver mentito..
Questo subito dopo l'arresto di Ramzi Binalshibh, nel Settembre 2002.

Come potete leggere dal link sotto:

"(..) YF: All of these Islamist websites that were denouncing me alluded to my interview as taking place in June. That's what I mentioned both in my article in The Sunday Times Magazine and in my documentary-that I met them in June.

SAS: So?

YF: I lied.

(laughter): Yes, of course. I lied because I needed to lie. I'll tell you why. Because I thought, maybe even expected, that if something went wrong and I needed to get in touch with them through a website or a statement or a fax or whatever-the people that I met then and the people who were around them, they would be the only ones who would know that I had met them one month earlier than I let on, and so I'd know I was talking to the right people. So after the first wave of denunciations a pro-Qa'ida website "jehad.net" put up a statement online in the name of Al-Qa'ida clearing me of any blame or connection with Ramzi's arrest and I knew this was an authentic communique because it alluded to the interview taking place in May. (..)" (fonte) (cache)

Nella quale sposta anche la datazione al Maggio 2002..

Il 4 Marzo 2003 Fouda cambia nuovamente versione spostando la datazione dell'intervista ad Aprile:

(Domenica 21 aprile 2002 per la precisione!, come si dice nel gergo giuridico, "un ricordo molto preciso" - Chaim Kupferberg)

"Fouda: It was late afternoon, Sunday 21 April 2002, when I packed my bags before joining Khalid Sheikh Mohammed and Ramzi bin al-shibh for a last prayer before saying goodbye " (Fonte) (cache)

A suo tempo fu ipotizzato che Fouda mentisse (retro-datando l'intervista a prima di Giugno 2002) per fare in modo che la rivelazione della complicità di KSM negli attentati dell'11/9 fosse sua e non delle autorità americane.
(Fonte)

Infatti la complicità di KSM negli attentati fu resa pubblica dalle autorità americane proprio nel Giugno del 2002.

Inoltre (come solito quando i "debunker" menzionano le "prove" a carico della validità della versione ufficiale) non vi è alcuna prova che l'intervista fosse realmente accaduta!

Altrimenti come si spiega l'uso delle tortura nelle carteri di Guantanamo e Abu Grhaib e (come scritto in un mio precedente articolo) l'ammissione da parte delle autorità statunitensi di aver incarcerato e torturato centinaia di persone innocenti?.

Infatti l'unica testimonianza che hanno per dire che fosse autentica è la fede ceca nelle parole di Fouda (già pizzicato a mentire diverse volte), visto che vi è l'assenza di un supporto video all''intervista, o, anche solo di uno audio che non sia distorto e quindi inutilizzabile al fine di verificare l'identità delle persone coinvolte nella discussione.

Un ulteriore notizia che dovrebbe far riflettere riferisce della sua uccisione poco dopo l'intervista in un raid compiuto da FBI ed ISI, a Karachi, l'11 Settembre 2002. (fonte), (cache)

Vedi anche:

Caso KSM Capitolo 1: Attivissimo ricerca la verità sull’11/9… con la tortura
Caso KSM capitolo 2. Un'ingenuità di Attivissimo: ignora il problema dell’identità di KSM
Confirmation bias: Why would anyone uncritically accept Yosri Fouda's story of his "KSM"
interview?

Schottolo

Silverstein, (locatario del WTC) al telefono con i suoi avvocati per garantirsi un doppio compenso assicurativo già dalla sera dell'11/9

lunedì 26 aprile 2010
L'informazione chiave si trova a pagina 18-19 del libro di Steven Brill, (giornalista) intitolato:

"After: How America Confronted the September 12 Era"

"I'imprenditore propietario immobiliare Larry Silverstein si stava recando da un dermatologo , la mattina del l'11 [NDT: Settembre], invece che nel Trade Center [ NDT: WTC] -- [ NDT: guarda i casi alle volte..] il complesso multimiliardario dove aveva finanziato con 14 milioni dollari di investimento personale una partnership di possesso dei diritti di leasing [NDT:"affitto"] degli edifici, in diritto di vanteria come proprietario putativo [NDT: reputato tale ma che in realtà non lo è] del complesso...


Silverstein, 5 mesi dopo [ NDT: 5 mesi dopo l'11 settembre] disse all'autore [NDT: l'autore del libro, Steven Brill] che fu così sconvolto e disgustato dalla distruzione e dalla perdita di quattro dei suoi dipendenti quella mattina, che lui fece che non pensare di concentrarsi su temi come l'assicurazione o il denaro fino a "forse due settimane dopo."

In realtà, secondo i suo avvocati era già al telefono la sera dell'11 Settembre, preoccupato sul modo di interpretare gli attacchi come due incidenti assicurabili, piuttosto che uno.

Così da potersi accaparrare 7,1 miliardi di dollari, invece che 3,55.

(a seguito della disputa legale riuscirà a ricevere 4,55 miliardi di dollari. NYpost)

Altre "coincidenze":

http://911blogger.com/news/2010-05-28/wtc-leaseholder-and-his-associates-cheated-death-911-was-it-coincidence-or-foreknowledge

Schottolo

File sottotitoli (SRT)

giovedì 22 aprile 2010
Programma per creare i file dei sottotitoli:
(LINK) (SubtitleWorkshop)
sito per scaricare video da you tube

(è necessario il formato mp4)

Per vedere i video sottotitolati da pc:
Installare vobsub.


1) Scaricare il file video ed il file .srt dei i sottotitoli relativi ed inserirlo nella stessa cartella;

2) Nominare allo stesso modo i due file;

3) Esegui il video.


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SPA
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ITA VIDEO COMPLETO
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Trascrizione completa:
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Guantanamo: Detenuti innocenti trattenuti e torturardi illegalmente. Bush & co sapevano; "ci servivano"!

sabato 10 aprile 2010



Dal documentario "un nuovo secolo americano".

Seconda parte.

George W. Bush, Dick Cheney e Donald Rumsfeld hanno coperto il fatto che centinaia di innocenti furono inviati al campo di prigionia di Guantanamo Bay, temendo che il loro rilascio potesse arrecare danno alla spinta per la guerra in Iraq e la più ampia "Guerra al Terrore"; secondo un nuovo documento ottenuto da "The Times".

Le accuse sono state fatte da Lawrence Wilkerson, il braccio destro di Colin Powell, ex segretario di Stato repubblicano, in una dichiarazione firmata a sostegno di una causa intentata da un detenuto di Guantanamo. E 'la prima volta che queste accuse sono fatte da un membro di alto livello dell'amministrazione Bush.

Il colonnello Wilkerson, che fu il capo generale dello staff di Powell, quando dirigeva il Dipartimento di Stato, è stato più critico di Cheney e Rumsfeld. Egli ha sostenuto che l'ex Vice-Presidente e il Segretario alla Difesa sapevano che la maggior parte dei primi 742 detenuti inviati a Guantanamo nel 2002, erano innocenti, ma credeva che fosse "politicamente impossibile liberarli".

Il generale Powell, che ha lasciato l'amministrazione Bush nel 2005, arrabbiato per la disinformazione che ha "involontariamente" fornito al mondo sull'invasione in Iraq presso le Nazioni Unite, si desume che appoggi la dichiarazione del colonnello Wilkerson.

Il colonnello Wilkerson, un critico di lunga data sull'approccio tenuto dell'amministrazione Bush per combattere il terrorismo e la guerra in Iraq, ha affermato che la maggioranza dei detenuti - bambini di appena 12 anni e uomini più anziani con almeno 93 anni, ha detto - "non ho mai visto un soldato Usa quando sono stati catturati". Ha affermato che molti sono stati consegnati da afghani e pakistani per un massimo di 5.000 dollari. Poco o nulla è stato prodotto per spiegare il perché fossero stati presi.

Egli ha inoltre affermato che una delle ragioni per cui Cheney e Rumsfeld non volevano il rilascio dei detenuti innocenti fu perché: "gli sforzi di detenzione si sarebbero rivelati più confusi di quanto già non lo fossero".

Questo fu "in'accettabile per l'Amministrazione e sarebbe stato gravemente pregiudizievole per la leadership di Rumsfeld al DoD [ Dipartimento della Difesa]".

In riferimento a Cheney, il colonnello Wilkerson, che ha servito per 31 anni nell'esercito degli Stati Uniti, ha affermato: «Non ha assolutamente alcuna preoccupazione sul fatto che la stragrande maggioranza dei detenuti di Guantanamo erano innocenti ... Se centinaia di persone innocenti hanno dovuto soffrire per poter trattenere un pugno di irriducibili terroristi, così sia. "

Egli ha affermato che per il Cheney e Rumsfeld "Il fatto che persone innocenti languiscano Guantanamo da anni fu giustificato dalla più ampia guerra al terrorismo e dal più piccolo numero di terroristi che furono responsabili per gli attacchi dell'11 settembre".

Ha aggiunto: "Ho discusso la questione dei prigionieri di Guantanamo con il segretario Powell. E' suo parere che non fu solo il vicepresidente Cheney e il Segretario Rumsfeld, ma anche il Presidente Bush fu coinvolto in tutte le decisioni su Guantanamo ".

Cheney e Rumsfeld, disse il colonnello Wilkerson, "considerarono accettabile l'incarcerazione di gente innocente se alcuni veri militanti sono stati catturati, portando ad un miglior quadro di intelligence in Iraq, nel momento in cui l'amministrazione Bush si fosse disperata nel trovare un legame tra Saddam Hussein e l'11 Settembre ", giustificando così i piani dell'Amministrazione per una guerra contro questo paese".

Ha firmato la dichiarazione a sostegno di Adel Hassan Hamad, un uomo sudanese che fu detenuto a Guantanamo dal marzo 2003 al dicembre 2007. Il Sig. Hamad sostiene di esser stato torturato da agenti degli Stati Uniti durante la detenzione e ieri ha presentato una domanda di risarcimento danni nei confronti di un elenco di funzionari americani.

I "difensori di Guantanamo" dichiararono che i detenuti cominciavano ad essere rilasciati già nel settembre 2002, nove mesi dopo i primi prigionieri furono inviati al carcere nella base navale statunitense a Cuba.. Nel momento in cui Bush lasciò la sua carica furono liberati oltre 530 detenuti.

Un portavoce di Bush accusò il colonnello Wilkerson's: "Da noi non avrà alcun commento in merito." Un ex socio di Rumsfeld disse che le affermazioni del signor Wilkerson sono completamente false.

Il socio disse che l'ex segretario della Difesa aveva faticato più di chiunque altro per poter ottenere il rilascio dei detenuti, ed ha lavorato assiduamente per mantenere la popolazione carceraria il più contenuta possibile. L'ufficio di Cheney non rispose.

Attualmente nella struttura di Guantanamo ci sono circa 180 detenuti (350 sono stati rilasciati).

http://www.911blogger.com/node/23134

http://www.timesonline.co.uk/tol/news/world/us_and_americas/article7092435.ece

http://pino-cabras.blogspot.com/2010/04/di-pino-cabras-da-megachip.html

Schottolo

Prova dell'esistenza di esplosivi avanzati nel WTC

giovedì 25 marzo 2010
"Materiale Thermitico Attivo Ritrovato Nella Polvere Proveniente Dalla Catastrofe Del World Trade Center l'11/9", fornisce, molto semplicemente, la prova che sono stati usati esplosivi nella distruzione delle Torri Gemelle.

In particolare, il documento individua positivamente del materiale pirotecnico combinato in maniera avanzata in ciascuno dei diversi campioni di polvere rinvenuti dalla distruzione degli edifici, nella forma di minuscoli frammenti a lato rosso e grigio. Essi condividono una specifica struttura-tridimensionale , una composizione chimica, ed un comportamento d'accensione.

La base e la validità di questa identificazione può essere colta velocemente da chiunque abbia conoscenza della fisica e della chimica.

Ma bisogna essere dei grandi esperti per capire i risultati, valutare e respingere le affermazioni dei "debunker"?

Fortunatamente, la risposta è no. E l'osservazione principale del documento può essere compresa con qualche sforzo da qualsiasi persona intelligente. In questo piccolo riassunto della parte conclusiva mi sono concentrato su tre caratteristiche dei frammenti rosso-grigi, facili da ricordare; caratteristiche che mostrano innegabilmente che i frammenti sono composti da materiale pirotecnico combinato tramite alta-tecnologia.

Tre caratteristiche dei frammenti Rosso-Grigi:

Una porzione della Fig. 2, mostra uno dei frammenti rosso-grigi. "μm" significa milionesimo di metro. La sbarretta che indica "100-μm" è almeno 1/10 di un millimetro -- circa la larghezza di un capello.



Le tre caratteristiche dei frammenti rosso-grigi evidenziati quì – struttura fisica, composizione chimica, e comportamento termico stabiliscono chiaramente che essi sono: nano-composti pirotecnici alluminotermici: materiali prodotti in maniera avanzata con una tecnologia che può essere stata inventata solo di recente, come nella metà degli anni 90.

Uno di questi tre elementi, preso da solo, mostra che i frammenti contengono una tipologia di materiale (energetico) che non ha un legittimo posto in un edificio d'uffici.

Almeno due di queste caratteristiche stabilisce che si tratta di materiale pirotecnico avanzato. Questo, combinato con l'abbondanza del materiale; costituente lo 0.05 percento circa della massa di polvere, quindi, forse almeno 10 tonnellate all'interno degli edifici , è con una fonte incompatibile a spiegazioni "banali" e pienamente a supporto con l'osservazione della demolizione controllata.

1. Struttura Fisica

  • La struttura dei frammenti è coerente da un campione all'altro, è chiaramente "innaturale", ed è un materiale fabbricato.

  • Il lato rosso è un composto fabbricato tramite tecniche di nano-ingegneria , contenente due tipi di "nano-grani", entrambi altamente coerenti in forma e dimensioni.

Porzione della Fig. 4 e 5: Due immagini scansionate con il microscopio elettronico dei frammenti a doppio strato.

Fig. 9, Visualizzazione altamente ingrandita dello strato rosso. Si nota spesso la particella a strato esagonale, e le piccole e sfaccettate particelle, entrambi in colore più lucente della matrice porosa.



La struttura fisica dei frammenti è visibile tramite un'ispezione visiva al miscriscopio, e più chiaramente con una scansione al microscopio elettronico. Un sottile strato rosso è supportato da un omogeneo strato di materiale grigio. Lo zoom dello strato rosso mostra che è composto da due diversi tipi di particelle; incorporate in un materiale a matrice porosa: lastre sottili sfaccettate a grani e dalla forma tipicamente esagonale.


Tre fatti sulle particelle degli strati rossi:

  • Sono davvero piccole: le "lastre" hanno uno spessore di circa 40 nanometri, ed i grani hanno solo circa 100 nanometri di diametro.

  • Sono altamente uniformi in dimensione e forma.

  • Sono intimamente mescolate in una composizione che è altamente costante per tutto il materiale.

Queste sono tutte caratteristiche di un materiale combinato tramite tecniche di nano-tecnologia . Non è possibile che tale materiale si sia formato come prodotto della distruzione delle Torri Gemelle.

Struttura fisica dei frammenti:

2. Composizione Chimica

  • Gli strati rossi contengono abbondante alluminio, Ferro e Ossigeno, il Ferro è associato all'Ossigeno, e l'Alluminio è principalmente in forma pura ed elementare.

  • I quantitativi relativi di Alluminio, Ferro ed Ossigeno, corrispondono a quelli della formulazione della Thermite più comune: Fe2O3 + 2 Al .

La composizione chimica dei frammenti è stabilita tramite la misurazione dei livelli degli elementi delle parti che lo costituiscono. Utilizzando un microscopio a scansione elettronica equipaggiato con una spettroscopia a raggi x ("X-ray energy-dispersive spectroscopy (XEDS)"), stabilisce che ognuno dei due tipi di particelle contenute nello strato rosso , così come il materiale poroso che li contiene, hanno una specifica composizione elementare.
2 Al + Fe2O3 → Al2O3 + 2 Fe 

Questa è l'equazione chimica del più comune tipo di reazione thermitica: Due atomi di Alluminio reagiscono con una molecola di Ossido di Ferro a formare una molecola di Ossido di Alluminio e due Atomi di Ferro. Poiché l'Alluminio detiene l'Ossigeno più saldamente del Ferro, la reazione rilascia una grande energia -- circa tre volte tanto per unità di peso, come quella rilasciata dagli esplosivi convenzionali ad alta energia.


Un collage delle figure. 16, 17, e 18, mostrano, dalla prima all'ultima, lo "spettro" di una porzione ricca di Silicio sulla matrice porosa di colore rosso, regione con il gruppo ricco di sottili lastre di Alluminio, e con un gruppo di grani ricchi di Ferro. L'immersione del campione nel MEK ha rimosso molto del Carbonio e dell'Ossigeno dalla regione ricca di Silicio ed Ossigeno.

  • Le "piastre" sono prevalentemente composte da Alluminio. Poiché gli altri elementi sono presenti in piccolissime quantità, la maggior parte dell'Alluminio deve essere in forma elementare, il cui notevole "appetito" di Ossigeno è fornito da uno strato superficiale di poche molecole di spessore che avvolge ogni particella.

  • I grani sfaccettati sono principalmente composti da Ferro ed Ossigeno, nel rapporto di Fe2O3 in forma di Ossido di Ferro, un composto che reagisce con l'Alluminio con un calore tanto intenso da rilasciare Ferro fuso.

Pertanto, i due tipi di nano-particelle nello strato rosso contengono i due ingredienti della Thermite: Alluminio puro ed ossido di Ferro. Inoltre, la matrice dello strato rosso nella quale sono incorporate in maniera altamente uniforme è composta principalmente da Carbonio, Silicio, ed Ossigeno, simile in composizione alle note varianti della Nano-Thermite, ottimizzate per alte pressioni esplosive.

Sebbene questi elementi , Alluminio, Ferro, Ossigeno e Silicio -- fossero tutti materiali abbondantemente presenti nella costruzione delle Torri Gemelle, non è possibile che il prodotto della loro distruzione possa far si che tali si siano tutti "macinati" in polvere ed assemblati finemente in un composto alluminotermico chimicamente ottimizzato.

>> ULTERIORI INVESTIGAZIONI: composizione chimica dei frammenti:

3. Comportamento termico

  • Quando i frammenti vengono riscaldati a circa 430ºC (806ºF), essi producono una reazione chimica fuori controllo che produce temperature di almeno 1535ºC (2795ºF); il punto di fusione del Ferro.

  • I residui prodotti da questa reazione --sfere ricche di Ferro -- corrispondono a quelle prodotte dall'innesco della Thermite commerciale e delle particelle ritrovate nei campioni di polvere del WTC.

Fig. 19 Comparazione delle tracce (DSC) di un frammento di ognuno dei quattro campioni. Anche se la traccia non cattura l'incremento della temperatura una volta che un campione si infiamma, l'area al di sotto di essa approssima la densità energetica dei vari campioni.

Il comportamento termico del frammento viene analizzato utilizzando uno strumento (DSC), che misura il flusso di calore esternamente ed internamente il campione; la sua temperatura è gradualmente aumentata. Quando i campioni arrivano ad una temperatura di circa 430ºC, si infiammano in una reazione di fuga che raggiunge almeno 1535°C. Il fatto che la reazione raggiunga temperature molto elevate è evidente dal residuo della reazione, cioè piccole sfere ricche di Ferro - residui che per creare gocce di metallo fuso hanno chiaramente sperimentato temperature al di sopra del punto di fusione del Ferro, che diventano poi sferiche sotto l'influenza della tensione superficiale .

Le sfere ricche di Ferro formate dal riscaldamento dei vari frammenti corrispondono a quelli ritrovati in abbondanza in tutti i campioni di polvere del WTC studiati, essi sono anche prodotti dalla reazione delle Thermite commerciale, sia nell'aspetto che nelle analisi rivelate dall'analisi "XEDS".

Fig. 30 mette a confronto le stime di densità energetica di quattro frammenti a quella di altri esplosivi ad alto potenziale e quella della Thermite.

Con la densità energetica si misurano le prestazioni di un esplosivo: la quantità di energia può essere immagazzinato in un determinato peso o volume. Le stime delle densità energetica dei frammenti scaturita nei DSC mostra che essi sono molto simili a quelle degli esplosivi tradizionali ad alto potenziale (tipo la TNT) e della Thermithe convenzionale. Queste stime comprendono il peso del materiale inerte (strato grigio), il che potrebbe spiegare la gamma di densità di energia dei quattro differenti frammenti.

Considerando che l'analisi strutturale e chimica dei vari frammenti mostra che essi sono stati progettati come una sorta di esplosivi, l'analisi termica dimostra che, nonostante la loro forma frammentata e la loro età, sono ancora esplosivi attivi con densità energetica impressionante.

Materiale termitico attivo ritrovato nella polvere del WTC non descrive test che potrebbero indicare la potenza energetica del materiale ritrovato. Il fatto che si infiammi tra i 370ºC ed i 430ºC sembrerebbe indicare una tipologia d'esplosivo "delicato", dal momento che un incendio d'ufficio può provocare tali temperature. Tuttavia, il materiale potrebbe avere più di una modalità di reazione:

Potrebbe esser stato progettato in modo tale che bruci violentemente come un idrocarburo dopo un graduale riscaldamento da incendio, (tipo l'RDX) un micro-detonatore che crei un forte e localizzato calore (tipo il "Super-Thermite Elettric Matches",detonatore che resiste a tutto ed è stato pubblicato di recente) potrebbe indurlo ad esplodere con una potente onda d'urto sufficiente a rompere oggetti a diversi metri di distanza.

Sebbene le macerie possano contenere del materiale infiammabile, non è possibile che essi, o materiali residui di questi ultimi, presenti nelle Torri Gemelle o formati dalla distruzione degli edifici possano essere capaci di produrre temperature al di sopra del punto di fusione del Ferro.

>> Lettura ulteriore: comportamento termico dei frammenti:

Conclusioni

Come riassunto semplificato dei risultati del documento "materiali termici attivi rinvenuti nella polvere dalla catastrofe del World Trade Center l'11/9", nel quale vengono distintivamente mostrati i frammenti rosso-grigi ,constantemente ritrovati nei campioni di polvere dalle Twin Towers distrutte; essi sono chiaramente un materiale pirotecnico fabbricato in maniera avanzata. Non è neanche lontanamente possibile che il materiale si sarebbe potuto formate spontaneamente attraverso qualsiasi processo casuale, come la totale distruzione delle Torri Gemelle. Né è possibile che il materiale fosse presente nelle Torri per qualche "innocente" motivo.

La Torre nord viene consumata da una vasta "eruzione", una "cascata" di migliaia di "piccole" esplosioni.


I frammenti sono chiaramente il risultato di un materiale pirotecnico inesploso, probabilmente un esplosivo ad alto potenziale che era presente nelle Torri Gemelle in grandi quantità. Ragionevoli stime di volume del materiale, calcolati sulla base di abbondanza dei frammenti rosso-grigi ritrovati, ha fatto supporre che vi fossero ingenti quantità di esplosivo, (tenendo anche conto delle migliaia di tonnellate di polvere presente) . Anche se l'installazione di così tanto materiale richiederebbe notevole logistica e pianificazione non sarebbe necessariamente difficile da nascondere, come dimostra questo ipotetico scenario di demolizione.

La progressiva detonazione di tante tonnellate di materiale energetico potrebbe spiegare le esplosioni a fungo che distruggono sistematicamente ogni torre, da cima a fondo, e il rigore incredibile della distruzione, che ha lasciato l'edificio quasi senza componenti riconoscibili, (oltre che i pesanti rivestimenti e le colonne in acciaio), e nessun frammento rintracciabile di più di 1000 corpi umani.

Schottolo

Distruzione della torre nord del World Trade Center e fisica fondamentale

martedì 23 marzo 2010


Di David Chandler

B.S., physics, Harvey Mudd College, Claremont, CA
M.A., education, Claremont Graduate University, Claremont, CA
M.S., mathematics, California Polytechnic University, Pomona, CA

Abstract

La linea del tetto della Torre nord del World Trade Center è stata vista in costante accelerazione verso il basso fino al momento della sua scomparsa. Un’accelerazione verso il basso del blocco superiore in caduta implica una forza netta diretta verso il basso, cosa che richiede che la forza resistente verso l’alto sia minore del peso del blocco. Perciò la forza rivolta verso il basso esercitata dal blocco in caduta deve essere stata anch’essa minore del suo stesso peso. Dal momento che la sezione sottostante dell’edificio era stata disegnata per sostenere diverse volte il peso del blocco superiore, la forza ridotta esercitata dal blocco in caduta era insufficiente a schiacciare la sezione sottostante dell’edificio. Per questo il blocco in caduta non avrebbe potuto agire come “pile driver”. L’accelerazione verso il basso della parte superiore può essere spiegata come una conseguenza, e non come causa, della disintegrazione della sezione inferiore dell’edificio.

Introduzione

La distruzione del WTC l’11 Settembre 2001 è stata, da qualsiasi punto di vista, un punto di svolta memorabile nelle questioni mondiali. Più di otto anni dopo quell’evento, le cause dei collassi dei tre edifici più grandi del WTC (WTC 1, WTC 2 e WTC 7) rimangono vivacemente contestate nonostante i rapporti ufficiali delle agenzie governative, prima dalla FEMA e poi dal NIST, cerchino di chiudere definitivamente la questione.
Un “movimento per la verità sull’11/9” è nato, comprendendo più di 1000 architetti e ingegneri che stanno richiedendo una nuova investigazione. Gli investigatori del NIST hanno costruito ed elaborato un modello al computer degli edifici, usato per ricostruire le collisioni dei velivoli, ma stranamente non hanno creato un modello per ricostruire gli effettivi collassi delle Twin Towers. Loro hanno condotto le loro analisi siano al punto in cui il collasso comincia, basandosi, come vediamo, su di un modello ancor più semplicistico proposto da Zdenek Bazant [4,5,6,7], il quale concludeva che una volta iniziati i collassi, il collasso totale era inevitabile.


Quella che segui qui è un’analisi che segue le semplicistiche supposizioni spiegate da Bazant. Usando misurazioni e analisi accessibili anche ad una classe che affronta la materia Fisica a livello introduttivo, gli studenti non ancora laureati hanno la facoltà di valutare l’adeguatezza del modello NIST-Bazant. Il loro background di Fisica, anche a questo livello, li rende pronti per una partecipazione intelligente in un dibattito civile significativo.

Il “pile driver”

Le Twin Towers del WTC sono state distrutte in una modalità “top-down”. Più in particolare, la sezione dell’edificio che va dal 98° piano sino alla linea del tetto, è sembrata distaccarsi e accelerare verso il basso attraverso i 98 piani sottostanti. Il meccanismo attraverso cui è avvenuto questo processo è stato dibattuto sia da parte di coloro che hanno limitato la loro ricerca ad una spiegazione prettamente naturale della catastrofe (impatto degli aerei, incendio e forza di gravità) sia da parte di coloro che cercano di tenere in considerazione tutte le possibili spiegazioni (inclusa la presenza di esplosivi pre-installati).

La distruzione di un edificio è un processo complesso, ma la semplice fisica applicata all’osservazione del movimento della linea del tetto può restringere la scelta fra le varie teorie proposte. Noi qui ci concentreremo sui dettagli della distruzione della Torre Nord. E’ stata la prima torre ad essere colpita dall’aereo e la seconda a cadere l’11 Settembre 2001.

Può essere identificata dal momento che aveva una grande antenna sul tetto. La teoria pubblicata da Thomas W. Eager e Christopher Musso sul JOM nel Dicembre 2001, [1] e adottata nello studio della Federal Emergency Management Agency (FEMA), ha affermato che le connessioni dei piani si sono rotte a causa dell’incendio, portando ad un collasso “pancake” dei piani.

Questa teoria non fornisce una spiegazione del perché anche la struttura del “core” abbia ceduto, ed è stata scartata nello studio del National Institute of Standards and Technology (NIST). Invece, il rapporto NIST si concentra sul cedimento delle colonne. Sulla pagina delle FAQ del sito web del NIST, si legge:


Le conclusioni del NIST non supportano la “teoria pancake” del collasso, che è supposta ad un progressivo cedimento del sistema dei piani nelle torri del WTC. (Il sistema composito dei piani, che connetteva le colonne del core e le colonne perimetrali, consisteva di un reticolo incrociato di travature d’acciaio integrate con una lastra di cemento armato.) Invece, l’investigazione del NIST ha concluso che il collasso era stato causato dalla trazione delle travature dovuta dalla deformazione dei piani presso le colonne perimetrali del lato sud, causando la loro inarcatura verso l’interno e il loro eventuale cedimento. Questo meccanismo necessita che le travature dei piani rimangano fissate alle colonne perimetrali, per questo si esclude il collasso “pancake”.[2]

Dal punto di vista del NIST, l’incendio è stato causa dell’indebolimento ed eventualmente del cedimento di un numero considerevole di colonne perimetrali e del “core” vicino la zona d’impatto. Il seguente è tratto dalla pagina 151 del loro documento riassuntivo, NIST NCSTAR 1.
Innesco del collasso

Le colonne inarcate della parete sud si piegarono e furono incapaci di sopportare i carichi gravitazionali. Quei carichi si scaricarono quindi sulle colonne adiacenti attraverso i pannelli di connessione, ma quelle colonne allo stesso modo divennero presto sovraccaricate.In una rapida sequenza, questa instabilità si diffuse completamente verso la parete est e la ovest.
La parte dell’edificio al di sopra della zona d’impatto (vicino al 98° piano), comportandosi come un blocco rigido, si inclinò verso sud di almeno 8 gradi.
Il movimento verso il basso di questo blocco strutturale fu maggiore di quanto la struttura potesse sopportare, e il collasso globale cominciò.[3]
Una serie di scritti da parte di Zdenek Bazant, [4,5,6,7] assieme a vari co-autori, descrivono ciò che è diventato noto come l’ipotesi “pile-driver”, il quale sembra essere preso in esame da parte dell’investigazione del NIST. Bazant descrive uno scenario in cui la parte superiore dell’edificio rimane rigido nel mentre in cui riduce in macerie la parte bassa della struttura. Solamente quando la parte inferiore della torre è stata smembrata in un unico cumulo di macerie, il blocco superiore della torre si frantuma. Questo processo proposto è diventato noto come un processo “Crush-down” seguito da un processo “Crush-Up”. Esso sostiene che una volta cominciato, il collsso globale diventa inevitabile.

Assumendo che l’analisi di Bazant sia logica, il rapporo NIST limita la sua stessa investigazione agli aventi che hanno condotto sino all’”incipit” del crollo, sostenendo che tutto ciò che accadde in seguito ad esso fosse inevitabile e non richiedesse nessuna ulteriore investigazione. Il NIST in tal modo elude dal considerare cosa successe veramente durante il collasso stesso, incluse prove che potrebbero mettere in dubbio la correttezza dell’analisi presentata da Bazant.

La distruzione che accelera

La linea del tetto della Torre Nord risulta cadere improvvisamente in un modo che, molti osservatori poco precisamente descrivono come “caduta libera” o “in quasi caduta libera”.
Per misurare il reale movimento della linea del tetto, è stata usata una copia in alta definizione di un video di Etienne Sauret (simile ad una versione disponibile su You Tube[8]). Il video di Sauret mostra la facciata nord della Torre Nord, la quale è distinguibile dalla presenza del foro d’impatto causato dall’aereo. E’ un video particolarmente adatto per i nostri scopi poiché mostra una ripresa quasi a livello e quasi perpendicolare alla parete della torre presa da una telecamera fissa distante. Ci sono vari software che permettono il piazzamento di “markers” su un video clip un frame alla volta, al fine di effettuare un’analisi cinematica.
Uno di questi programmi si chiama Tracker,[9] che fa parte del progetto Open Source Physics.[10] Il “frame rate” del video di Sauret, il quale ha un rate standard NTSC di 30.000 fotogrammi ogni 1001 secondi, o approssimativamente 29,97 fps [frames per second, n.d.r.], funge da unità di misura temporale. La scala di misurazione dello spazio verticale è stata calibrata in base all’ampiezza dei piani i quali, a parte per la sky lobby e i piani adibiti alla manutenzione, sappiamo essere di 12 piedi.[11] La posizione sulla verticale della linea del tetto è stata marcata ogni sei fotogrammi (intervalli di 0,2 secondi) e i dati sono stati inseriti in un foglio di calcolo per l’analisi.


Vedi Tabella:


Fotogramma #

Tempo (sec)

Asse “y” (m)

Velocità su “y” (m/s)

216

0.00

82.397


222

0.20

82.399

0.010

228

0.40

82.401

0.010

234

0.60

82.403

-0.562

240

0.80

82.176

-1.708

246

1.00

81.720

-2.665

252

1.20

81.110

-3.400

258

1.40

80.360

-4.520

264

1.60

79.302

-5.860

270

1.80

78.016

-7.165

276

2.00

76.436

-8.485

282

2.20

74.622

-10.005

288

2.40

72.434

-11.505

294

2.60

70.020

-12.648

300

2.80

67.375

-13.968

306

3.00

64.433

-15.285

312

3.20

61.261

-16.240

318

3.40

57.937

-17.358

324

3.60

54.318

-18.300

330

3.80

50.617

-19.443

336

4.00

46.541




Dati della misurazione video – I numeri di fotogramma rappresentano ogni sesto fotogramma a partire dall’inizio del videoclip. Il frame rate del video è uno standard NTSC, 29,97 fotogrammi per secondo, concedeno un intervallo di misurazione di 0,20 secondi. I valori “y” rappresentano l’altezza della linea del tetto in relazione ad un punto di partenza arbitrario. Le velocità sono state calcolate grazie ad un algoritmo di differenziazione della differenza simmetrica.

Un grafico dell’altezza della linea del tetto a confronto con il tempo (Figura 1) mostra la caratteristica forma a parabola che indica un’accelerazione verso il basso.

La componente verticale della velocità è stata calcolata usando un algoritmo di differenzazione numerica della differenza simmetrica,

Vn =(Yn+1 – Yn-1)/2Δt (1)

Un grafico della velocità a confronto con il tempo (Figura 2) mostra un’accelerazione quasi uniforme dal sesto punto di calcolo della velocità in avanti. Quando la linea del tette comincia a cadere, passa rapidamente ad un moto quasi uniformemente accelerato verso il basso.





































(Figura 1). Grafico dell’altezza della linea del tetto (misurata da punto di partenza arbitrario) a confronto con il tempo ad intervalli di 0,2 secondi. Si noti che una volta incominciata la caduta la traiettoria si presenta approssimativamente parabolica.






































(Figura 2). La velocità è qui tracciata in funzione del tempo per la linea del tetto del WTC 1. La linea di regressione è calcolata a partire dalla sesta velocità registrata in avanti. L’inclinazione della linea, in questo contesto, rappresenta l’accelerazione: -6,31 m/s2 con un valore di R2 [coefficiente di correlazione, n.d.r.]di 0,997.



Osservazioni

Per queste analisi seguiamo le semplicistiche ipotesi di Bazant [4,5,6,7] trattando la sezione superiore dell’edificio come un blocco solido di massa “m”. Le sole due forze che agiscono sul blocco in caduta sono la forza di gravità (mg) e una forza normale verso l’alto (N) causata dalla sua interazione con la parte inferiore dell’edificio.

Applicando la seconda legge di Newton per trovare N, abbiamo:

mg – N = ma (2)

quindi
N = mg – ma (3)

I dati in nostro possesso dimostrano che a partire dal sesto punto di velocità calcolato in avanti, il blocco superiore sta accelerando uniformemente (con un indice R2 di 0,997) con una a=-6,31m/s2, o in altre parole, al 64% dell’accelerazione di gravità .

Per questo valore di a ,

N = mg – 0,64mg = 0,36mg (4)

Perciò la forza normale agente verso l’alto è il 36% del peso del blocco superiore come illustrate nella Figura 3:
































Si consideri la sezione superiore della torre come un blocco di peso mg. Dal momento che l’accelerazione del blocco è stata misurata 0,64g verso il basso, la forza netta che agisce su di esso deve essere 0,64mg. La forza gravitazionale è mg, quindi la forza normale diretta verso l’alto deve essere 0,36mg. La sezione superiore ed inferiore dell’edificio esercitano forze uguali ma di verso opposto l’una contro l’altra, quindi il carico sulla sezione inferiore dell’edificio risulta essere il 36% del peso del blocco superiore.


Richiamando esplicitamente la Terza Legge di Newton si pone questo risultato sotto un’altra luce. Dal momento che le forze nella loro interazione sono uguali ed opposte, il blocco in caduta esercita una forza uguale a solo il 36% del suo stesso peso contro la sezione inferiore dell’edificio. In altre parole, fin tanto che il blocco in caduta sta accelerando verso il basso noi abbiamo il contro-intuitivo risultato che la forza che esercita sulla sezione sottostante dell’edificio è nettamente minore del suo stesso peso statico.
Risulta difficile immaginare come un blocco superiore che esercita una forza di solo il 36% del suo peso statico possa distruggere sino al terreno la più grande, più resistente e non danneggiata sezione inferiore della torre, dal momento che l’edificio, a qualsiasi altezza, era stato disegnato per sopportare il peso al di sopra di esso di diverse volte. Tenendo conto di un fattore di sicurezza compreso 3 e 5 [12], l’accelerazione osservata implica che quasi il 90% delle resistenza della sezione inferiore dell’edificio deve essere stata eliminata da forze che vanno oltre il supposto “pile driver”, suggerendo che era in atto una sorta di demolizione controllata.

Qualcuno potrebbe dire, in termini di resistenza dei vari elementi, che l’impatto del blocco in caduta potrebbe distruggere la sezione inferiore dell’edificio (anche se questa affermazione è stata dibattuta [13]), ma che non puà distruggerla mantenendo la sua accelerazione verso il basso. Il professor Graeme MacQueen e Tony Szamboti hanno fatto, sul loro giornale, un’osservazione parallela, basata su misurazioni simili: “The missing jolt: A Simple Refutation of the NIST-Bazant Collapse Hypothesis”.[14] Hanno stabilito che qualunque aumento nella forza della sezione inferiore dell’edificio deve essere accompagnata da una diminuizione della quantità di moto del blocco in caduta. Il trasferimento di quantità di moto (cosa che implica una perdita di quantità di moto per il blocco superiore) è ciò che fa innalzare l’impulso. Il blocco in caduta può perdere quantità di moto solamente nella misura in cui decelara. Avrebbe dovuto perciò subire un “sobbalzo” che avremmo potuto vedere nell’analisi video. Ma dal momento che il blocco superiore continua a muoversi verso il basso senza subire decelerazione, è chiaro che non c’è stato nessun “sobbalzo” nonostante la vistosa deformazione dell’edificio nei primi 3 secondi.

Il fatto che il blocco in accelerazione verso il basso eserciterebbe una forza minore del suo stesso peso contro il blocco bersaglio potrebbe risultare intuitivamente difficile da accettare, ma così è perché la nostra esperienza suggerisce che il blocco bersaglio resisterebbe all’urto dello schiacciamento. La testa del martello che velocemente fa penetrare un chiodo dentro un pezzo di legno compatto esercita una forza sul chiodo stesso di molte volte il peso della stessa testa. Ma ciò è vero solo se il chiodo resiste al colpo. La grande forza che fa penetrare il chiodo dentro il legno è contrastata da una forza che simultaneamente fa decelerare la testa del martello, ed è il motivo per cui sono solitamente necessari più colpi. Se, comunque, il chiodo viene posizionato su di un blocco di Styrofoam [pannelli di polistirolo lavorato usati anche per l’isolamento termico, n.d.r] non si creerà una forza resistente significativa all’impulso. Verrà fatto penetrare nel blocco con una forza molto piccola. La testa del martello incontrerà una resistenza talmente piccola che sarà in grado di continuare ad accelerare per l’intero lasso di tempo. Nel caso del WTC 1, il blocco in caduta si comporta come la testa del martello che fa penetrare il chiodo nello Styrofoam, ma, cambiando di un poco il paragone, è l’interfaccia che si trova fra i due blocchi ad essere “soffice”. Qualcos’altro oltre al blocco in caduta (esplosivi?) sta contemporaneamente distruggendo l’integrità strutturale della zona interposta [la superficie fra i due blocchi, n.d.r.] affinchè essa eserciti solamente una piccola parte della resistenza che doveva fornire e per la quale era stata progettata.

Qualcuno in questo caso potrebbe obiettare una eccessiva semplificazione del modello. E’ stato sostenuto che il materiale schiacciato nella zona interposta si sia aggiunto al blocco superiore causando un aumento della massa della sezione superiore durante la sua caduta, generando un effetto valanga. [15] Io sarei propenso a sostenere, visto il fatto che la maggior parte della massa cadde al di fuori della pianta dell’edificio, che questa somma sia stata al massimo parziale, ma proviamo a considerare l’effetto di questa ipotetica aggiunta. La seconda legge di Newton applicata ad un sistema con massa variabile può essere rappresentata da:

Fest + (dp/dt)aggiuntiva = (dp/dt)sistema , (5)

In cui p è la quantità di moto e Fest rappresenta la forza esterna netta che agisce sul sistema. La massa aggiuntiva si trova inizialmente a riposo, quindi non esercita nessuna quantità di moto nel sistema:

(dp/dt)aggiuntiva = 0 . (6)

Dal momento che p = mv possiamo scrivere,

Fest = (dp/dt)sistema =d(mv)/dt= m(dv/dt)+ v(dm/dt) . (7)

Nel nostro caso (considernado di segno positivo la direzione verso il basso),

Fest = mg – N (8)

Dove N è la forza normale, come nella nostra precedente analisi.
Riconoscendo in (dv/dt) semplicemente l’accelerazione a, possiamo scrivere

(mg – N)= ma +v(dm/dt) . (9)

Risolvendo in funzione di N, abbiamo

N=(mg-ma)- v dm/dt . (10)

Si noti che questo è lo stesso risultato ottenuto precedentemente (Eq. [3]) a parte per la forza normale che viene ridotta ancora ulteriormente, dal momento che sia v che dm/dt sono positive.

Perciò, forse contrariamente all’intuizione, qualsiasi materiale aggiuntivo riduce l’effetto del cosiddetto pile driver. Questo risultato può ragionevolmente diventare intuitivo una volta capito che il blocco in caduta deve trasferire parte della sua quantità di moto alla massa aggiuntiva per portarla in velocità.

Sintesi

Il fatto che la linea del tetto della sezione superiore della Torre Nord ha continuato ad accelerare verso il basso attrverso la collisione contro la sezione inferiore dell’edificio indica che la parte superiore non ha potuto comportarsi come pile driver. Per tutto il tempo in cui la linea del tetto stava accelerando verso il basso, il blocco superiore, esecritava una forza minore del proprio peso statico contro la sezione inferiore dell’edificio. Qualsiasi aggiunta di materiale a favore del blocco superiore avrebbe agito da freno inerziale, riducendo la forza d’interazione in misura ancora maggiore. La sezione inferiore, ancora non danneggiata, era stata costruita per sopportare diverse volte il peso del materiale al di sopra, ma sia tenendo in considerazione un fattore di sicurezza sia che non lo si faccia, la ridotta forza esercitata dalla massa in caduta non può essere stata la causa della violenta distruzione dell’edificio vista in numerosi video. La continua accelerazione della sezione superiore dell’edificio è forte conferma che qualche altra fonte di energia è stata usata per rimuovere la struttura al di sotto di essa, permettendo al blocco superiore di cadere contro una resistenza minima.
Dal momento che si è assunto la presenza di un blocco in caduta indistruttibile, con o senza aggiunta [di materiale, n.d.r.], abbiamo dimostrato che, data l’accelerazione osservata, un tale blocco non avrebbe potuto distruggere la sezione inferiore dell’edificio. Quando prestiamo la nostra attenzione alla prova video possiamo notare che anche l’ipotetica esistenza di un blocco superiore persistente è finzione. I video mostrano che la sezione al di sopra della zona d’impatto dell’ aereo è stata la prima sezione a disintegrarsi. E’ stata ridotta nelle dimensioni in modo significativo precedentemente all’inizio della distruzione della sezione inferiore dell’edificio. Una volta che le linea del tetto scompare nella nube di detriti non vi è nessuna ulteriore conferma che sia continuata ad esistere. Che si sia o meno distrutta durante la fase iniziale del crollo rimane un punto di dibattito controverso. Noi abbiamo dimostrato che anche se fosse rimasta intatta [la parte superiore dell’edificio, n.d.r.] , non avrebbe giocato un ruolo significativo nella distruzione dell’edificio. Una piccola parte di una struttura, costituita da pochi piani, non può schiacciare in una caduta una parte inferiore molto più grande della medesima struttura solamente grazie alla forza di gravità.

Ringraziamenti

Vorrei esprimere la mia stima al gruppo di volontari degli Architects & Engineers for 9/11 Truth e altri nella più ampia comunità per la verità sull’11/9 che hanno dato un incoraggiamento e partecipato con discussioni cruciali per questa pubblicazione. Inoltre apprezzo la corrispondenza con Charles M. Beck, che mi ha portato a riflettere sulle implicazioni conseguenti a questa analisi.

Riferimenti

[1] T. W. Eagar and C. Musso, “Why did the World Trade Center collapse? science, engineering, and speculation,” JOM, vol. 53, no. 12, pp. 8-11, 2001. [Online]. Disponibile presso:

http://www.tms.org/pubs/journals/JOM/0112/Eagar/Eagar-0112.html [Accessed Mar 1, 2009]

[2] (2006) Investigazione del NIST sul disastro al World Trade Center l’11 Settembre—Frequently Asked Questions. [Online]. Disponibile presso: http://wtc.nist.gov/pubs/factsheets/faqs_8_2006.htm [Accessed Mar 1,2009]

[3] NIST NCSTAR 1. [Online]. Disponibile presso: http://wtc.nist.gov/NCSTAR1/PDF/NCSTAR%201.pdf
[Accessed Mar 1, 2009]
[4] Z. P. Bazant, “Why did the World Trade Center collapse?” SIAM News, vol. 34, no. 8, pp. 2-6,
2001, (Si segnala che questa pubblicazione è stata presentata il 13 Settembre, due giorni dopo l’11/9). [Online].
Available: http://www-math.mit.edu/~bazant/WTC/ [Accessed Mar 1, 2009]

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Traduzione: Teba

Schottolo

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